Samarcanda
Samarcanda è la nuova
Collezione di Pixie group che sussurra al cuore favole da “Mille e una notte”.
Samar racconta in una sola parola un’intera cultura.
“Samar è una delle molte parole arabe
cariche di sensualità: significa semplicemente parlare nella notte. Parlare
dolcemente nella notte può aprire la via a sensazioni incredibili per entrambi
i partners. Il samar raggiunge la perfezione nelle notti di luna: ‘l’ombra
della luna’ (dhill-al-qamar) è un altro significato di samar. Nell’ombra della
luna, gli amanti si dissolvono nella loro origine cosmica e diventano parte
dello splendore celeste. Nell’ombra della luna, il dialogo tra uomo e donna,
difficile come può sembrare in pieno giorno, diventa possibile. La fiducia tra
i sessi ha più di una chance di fiorire quando l’ordine diurno, teso al
conflitto, si attenua. Questa è la speranza che i seguaci del samar sembrano
coltivare”.
(Cit.
da “L’Harem e L’Occidente” di Fatima Mernissi).
Sabbia, vento, carovane di nomadi, atmosfere profumate
d’incensi, speziate e riarse dal sole o inargentate dalla luna nelle notti d’Oriente, ci riportano la
sensualità delle Dune nel deserto.
Minuscoli granelli di sabbia trasportati dal vento, polvere
del proprio viaggio che accompagna l’errante nel suo incessante cammino
nell’esistenza.
madrasa ‹màdrasa›
derivazione di darasa «studiare»,
è il nome dato nei paesi musulmani alla scuola e con significato più ristretto
agli istituti di istruzione media e superiore per le scienze giuridico-religiose
islamiche, che hanno sede in appositi edifici dove gli studenti vengono anche
alloggiati; tali edifici sono costituiti da un cortile aperto con due o quattro
atrî (chiamati īwān o līwān), fra i quali sono
costruite delle celle d’abitazione; quando non era unita alla moschea, la “madrasa”
aveva quasi sempre un proprio minareto, che fiancheggiava un portale molto
elaborato. La
madrāsa più antica è la Nizamiyya, fondata a Baghdad nel 1067 dal ministro
selgiuchide Nizam
al-Mulk, per diffondere
l'insegnamento dei quattro riti sunniti (ortodossi). La
tipologia planimetrica, ripresa forse da quella della casa del Khorassan, passò
poi a caratterizzare anche la pianta della moschea iranica. In tempi
più recenti la madrāsa s'è andata modernizzando dandosi strutture e ordinamenti
di tipo universitario come nel caso di quella celebre di al-Azhar al Cairo.
Jasmine (in arabo: الأميرة
ياسمين) è basata sul personaggio di Badr al-budūr ("luna
piena delle lune piene", o Lunalba in alcune traduzioni italiane)
della novella originale di “ Aladino e la lampada meravigliosa”. Figlia del
sultano, è dotata di grande bellezza e intelligenza. Dai
lunghissimi capelli corvini e dagli enormi occhi castani, si innamora e andrà
in sposa al protagonista della storia Aladdin, nonostante l'opposizione di Jafar e l'iniziale
contrarietà del padre.
Se gli angeli nascono dalla luce e
gli uomini dalla terra, i Jinn (geni) dalla parte più pura del fuoco, ovvero
dalla lingua di energia che non emette fumo situata sull’estremità della
fiamma.
La figura del Jinn, più spesso sotto
il nome di "genio", è stata ripresa diverse volte nell'ambito del
cinema e della televisione, così come nelle opere letterarie.
Rahmat
ha diversi significati e in generale
indica il ringraziamento. In
particolare, nella cultura araba, è il ringraziamento a Dio.
Ichon-Qala, la città vecchia di Khiva
Ichon-Qala, è la parte più antica della città vecchia di Khiva. Interamente avvolta da
imponenti mura color sabbia, è una sorta di museo a cielo aperto: una volta
entrati da una qualunque delle quattro porte ai punti cardinali, si può
passeggiare in assoluta tranquillità tra un dedalo di viuzze alla ricerca
di moschee, minareti e imponenti portali, ingresso di musei, fortezze e
medresse. La strada principale, la
Pahlavon Mahmud, unisce la porta occidentale con quella orientale, lunga appena
qualche centinaio di metri ma ai lati della quale si trovano alcuni dei
monumenti più interessanti tra i quali spiccano la Kuhna Ark,
fortezza e antica residenza dei sovrani di Khiva, costruita nel XII secolo e
quindi ampliata nel corso del XVII secolo, la Moschea Juma, all’interno della quale si
possono ammirare le oltre 200 colonne di legno che sostengono il tetto,
la Medressa e
il Minareto di Islom-Hoja (57
metri, il più alto di tutto l’Uzbekistan), monumenti di arte islamica molto
recenti, costruiti nel 1910 e le mura, tra cui svetta la Torre di Guardia del Khuna Ark.
Secondo il mito, sarebbe
stato Sem, figlio di Noè, a fondare la città.
Sherazade, dal persiano: "bella
figlia della luna", titolo nobiliare della principessa ereditaria;
in
letteratura persiana: protagonista-narratrice del novelliere arabo "Le
mille e una notte" Shèhèrazade.
Grazie alla sua prodigiosa capacità
inventiva e alle sue raffinate arti affabulatorie, Sherazade salva la testa
dalla scimitarra del boia, trovando il modo, ogni notte, di affascinare il suo
sposo e signore, il re Sahrigar, con le proprie storie interrompendone il
racconto all’alba proprio sul più bello. Per mille e una notte riesce a
rinviare l’esecuzione fino a che, dopo quasi tre anni, il monarca sassanide le concede salva la vita e
per la coppia ha inizio una vera luna di miele. Per Sherazade
raccontare storie che catturino l’attenzione del re è questione di vita o di
morte. Se Sahrigar mostrerà scarso interesse o noia per le sue favole lei sarà
consegnata al boia alle prime luci del giorno. Questo pericolo
mortale ne aguzza la fantasia e ne perfeziona il metodo portandola,
inconsciamente, a scoprire che tutte le storie, in fondo, sono una storia unica
e che il mondo della fantasia è, come il mondo reale, uno, diverso e
infrangibile. Al barbaro che
ascolta Sherazade e si lascia condurre dalla sua bravura dentro i labirinti di una
esistenza di fantasia in cui resterà imprigionato e felice per mille e una
notte, quella serie di racconti insegnerà che, nella violenta realtà di
massacri, partite di caccia e conquiste vissute sino a quel momento, può
nascere una realtà nuova, fatta di immaginazione e di parole, impalpabile e
sottile ma seducente come una notte di luna piena nel deserto o una musica
meravigliosa. Quando il re
Sahrigar perdona la sua sposa - anzi, le chiede perdono e si pente dei propri
delitti - è un essere che le favole hanno fatto diventare civile, sensibile,
sognatore. Sherazade riesce a compiere un vero miracolo.
Non esiste nella storia della letteratura una parabola
più semplice e illuminante di quella di Sherazade e Sahrigar per spiegare
l’importanza della fantasia nella vita degli esseri umani e il modo in cui essa
abbia contribuito a riscattarli dai bui inizi della loro storia.
Quello che si sa sul tragitto della
Via Reale di Persia è stato ricostruito soprattutto grazie agli scritti
di Erodoto.
Siccome la Via non segue né il percorso
più breve, né il percorso più facile per raggiungere i grandi centri
dell'impero persiano, si pensa che in realtà alcuni tratti, in particolare
quelli più occidentali, siano stati costruiti dagli assiri. Ai tempi di Dario I di Persia invece
risalgono le modifiche e il miglioramento delle strade, che le hanno conferito
l'aspetto che conosciamo oggi.
Racconta Erodoto, che la via reale la percorse tutta,
che i corrieri persiani, a cavallo e con il metodo della staffetta, data
l’ottima qualità della strada, riuscivano a compiere tutto il tragitto in nove
giorni, riportando al re persiano importanti dispacci o ambascerie. Accadeva anche che, il messaggio, nelle zone montuose attraversate dalla
strada, venisse gridato di staffetta in staffetta, accelerando i tempi di
consegna.
I tratti più orientali, quelli che
attraversano il nord dell'Iran, si ricollegano alla celeberrima Via della Seta.
L' Amu Darya è il fiume
più lungo dell'Asia centrale. Si dice che il nome Amu provenga dalla città medievale di Āmul , (ora
conosciuta come Türkmenabat ), nel Turkmenistan moderno, con Darya che è la
parola persiana per "fiume". Fonti medievali arabe e islamiche chiamano il fiume
Jayhoun che deriva da Gihon , il nome biblico di uno dei quattro fiumi del
Giardino dell'Eden . Il fiume Amu Darya attraversa uno dei deserti più alti
del mondo.
Il cielo
della città di Samarcanda è più blu: pare sia merito dell’inclinazione dei
raggi solari sempre pronti a baciare questo magico angolo dell’Asia. La volta
è turchese e luminosa come la stupefacente cupola che sovrasta il mausoleo che
ospita i resti del condottiero Tamerlano, considerato uno dei più celebri
conquistatori e strateghi della storia che, in 35 anni di governo, portò a
compimento centinaia di lavori affinchè Samarcanda potesse divenire una delle
città più belle e importanti del mondo.
In lingua sogdiana (idioma iranico che era parlato in
Sogdiana, posta tra i territori dei moderni Uzbekistan e Tagikistan),
Samarcanda (Samarkand), si traduce con “"fortezza di pietra" (samar =
pietra/roccia e kand = fortezza). Il motivo decorativo che
caratterizza la collezione FORTEZZA DI PIETRA, è un particolare del
palazzo Ak Saray (o Aq Saray, letteralmente il palazzo
bianco; Oqsaroy in usbeco), che è stato realizzato all'inizio del
periodo timuride, tra il 1380 e il 1396 e il 1404, sotto il regno di Tamerlano. Il contrasto di oro, soffitti intagliati, motivi eleganti, delizie
architettoniche, che è presente nell'arredamento dei locali, è una
reincarnazione davvero sorprendente del mausoleo. La struttura a cupola
singola, anonima dall'esterno, all'interno è un capolavoro di arredamento
orientale. La cripta in marmo è collegata all'ambiente principale, sotto la
cupola, da un lungo corridoio concepito come una scala. Le pareti sono
impreziosite da un mosaico di smalto brillante e gli ornamenti sulle pareti si
intersecano tra loro, rappresentando una tela infinita.
“bazar” è un
termine persiano, non arabo, e la sua diffusione dall'Atlantico all'India ci fa
intendere di che prestigio i mercati persiani abbiano goduto. Le carovane di
mercanti provenienti dal deserto del Taklamakan e dall’India, dal nord Africa
e dai porti di Genova e Venezia, facevano tappa nei bazar di Samarcanda per acquistare sete e cannella, chiodi di garofano e
altre spezie preziose. Oggi il Chorsu
Bazaar è un immenso mercato. Qui anche il cibo diventa esperienza: si può
assaggiare il Plov (un piatto a base di carne e riso, usuale come da noi un
piatto di pasta) e i gustosi «Shashlyk», spiedini alla griglia, e
poi c’è il The, di un delizioso giallo intenso con il limone.